L'analisi dei salti valutati attraverso un tracciato dinamometrico rappresenta un metodo fondamentale per studiare le dinamiche del movimento e la performance atletica. La pedana di forza consente di misurare con precisione le forze generate durante il salto, fornendo dati dettagliati come il tempo di volo e contatto, nonché impulso e RFD. Queste informazioni permettono di valutare l'efficienza neuromuscolare, identificare eventuali asimmetrie o deficit funzionali e monitorare i progressi nell'allenamento o nella riabilitazione.
Inoltre, l'osservazione iniziale del tracciato della forza in funzione del tempo offre numerose informazioni sulla cinetica del salto, permettendo di identificare chiaramente le sue diverse fasi e la loro coordinata sequenza.
Di seguito entreremo nel dettaglio di tre tipologie di salti, il CMJ (salto con contromovimento), lo SJ (salto con partenza da fermo) e DJ (salto preceduto da una caduta dall'alto)
Nell'ambito della pratica sportiva è molto comune valutare i salti utilizzando dispositivi in grado di misurare con precisione il tempo di volo e/o l'altezza raggiunta. Questa metodologia fornisce una valutazione quantitativa, ma non considera aspetti coordinativi e neuromuscolari. L'impiego della pedana di forza, oltre a offrire un indice di performance, permette di analizzare in modo approfondito anche la qualità del movimento.
Il Salto con contromovimento - Counter movement jump CMJ
Il CMJ è una prova in cui il salto è preceduto da un rapido pre-stiramento muscolare al fine di valutare la capacità esplosiva-elastica della muscolatura estensoria degli arti inferiori. Osserviamo nel dettaglio come come si sviluppa la forza in funziona del tempo in questa tipologia di salto:

Il grafico illustra l'andamento della forza, espressa in Newton, in funzione del tempo durante un salto. Sono evidenziate e numerate le diverse fasi del movimento, ciascuna con caratteristiche specifiche. Inizialmente, si osserva una linea piatta che rappresenta il peso corporeo dell'atleta, fermo e in attesa di partire, senza variazioni di forza (area rossa n° 1).
Il primo movimento corrisponde alla fase di caricamento degli arti inferiori (area gialla n° 2), un pre-stiramento muscolare che permette al soggetto di accumulare energia elastica da sfruttare nella successiva fase di spinta. La forza diminuisce fino a raggiungere il punto più basso, segnando l'inizio della fase frenante, per poi aumentare fino al picco massimo (n° 3), che coincide con l'inizio della fase concentrica (area verde). Quest'ultima è caratterizzata da un rapido calo della forza fino a raggiungere il valore zero all'inizio della fase di volo.
Focus n°1
Non sempre il passaggio dalla fase di caricamento a quella di spinta è caratterizzata da un solo picco di forza. Nei casi in cui il pre-stiramento è molto profondo o il passaggio tra le 2 fasi non avviene in maniera rapidissima è possibile osservare 2 picchi:

Il primo picco indicato dalla freccia rossa rappresenta la zona di transizione tra stiramento e contrazione, mentre il picco indicato dalla freccia verde è effettivamente la massima forza in spinta.
Ecco un esempio di come l'analisi del tracciato di forza permette di individuare aspetti coordinativi .
Proseguendo l'analisi si osserva un'area in cui il tracciato torna a essere piatto e pari a zero. Questa rappresenta la fase di volo, durante la quale il soggetto si trova in aria e non esercita alcuna forza sulla pedana. Il tempo di volo e, di conseguenza, l'altezza raggiunta dipendono dalla fase di spinta che l'ha preceduta (assumendo che il soggetto mantenga le gambe estese durante la fase di volo).
Focus n°2
Accettando per convenzione che il distacco da terra avvenga con un angolo di 90° (vettore di forza perpendicolare alla pedana) e che il punto di stacco e di atterraggio coincidano, è possibile applicare al baricentro corporeo le leggi del moto balistico. Lo spostamento del baricentro nel tempo segue una traiettoria parabolica, il cui vertice corrisponde all'altezza massima raggiunta dal soggetto.

Al termine della fase di volo, quando il soggetto riporta il contatto con la pedana, la forza aumenta rapidamente fino a raggiungere un picco massimo (n°5), segnando l'inizio della fase di atterraggio. Questo valore rappresenta la massima forza registrata all'impatto, che il sistema muscolo-scheletrico deve assorbire in un tempo estremamente breve. Successivamente, i valori di forza mostrano oscillazioni di diversa ampiezza fino a stabilizzarsi nuovamente al livello del peso corporeo, indicando che il soggetto si è fermato ed è in equilibrio. Il valore del picco dipende largamente dalla tecnica di atterraggio (ammortizzazione con le ginocchia, rigidità articolare, uso delle anche)
Focus n°3
Anche in questa fase, la linearità del tracciato può offrire preziose informazioni dal punto di vista coordinativo e neuromuscolare.
- Il picco di atteraggio fornisce indicazioni sulla capacità di atterrare più morbidamente possibile riducendo lo stress su artciolazioni e muscoli;
- La presenza di più picchi ed un tracciato molto frastagliato potrebbero indicare una scarsa capacità di atterraggio;
- L'ampiezza dell'area di atterraggio e stabilizzazione ci indicano in quanto tempo il soggetto è in grado di ritornare ad una posizione di equilibrio e stabilità dopo la fase di volo.
Il Salto con partenza da fermo - Squat Jump SJ
Lo SJ è una prova in cui al soggetto è chiesto di eseguire un salto con partenza da fermo al fine di valutare la capacità esplosiva (pura) della muscolatura estensoria degli arti inferiori. Osserviamo nel dettaglio come come si sviluppa la forza in funziona del tempo in questa tipologia di salto:

Inizialmente, si osserva una linea piatta che rappresenta il peso corporeo dell'atleta, fermo e in attesa di partire, senza variazioni di forza (area rossa n° 1).
Il primo movimento corrisponde direttamente alla fase di spinta degli arti inferiori (area verde n° 2), durante la quale il soggetto genera la massima forza utile per raggiunge la velocità massima di di stacco. Successivamente, la forza diminuisce progressivamente fino ad annullarsi, segnando l'inizio della fase di volo (area viola n° 3).
Focus n°4
Anche in questo caso il tracciato può offrirci preziose informazioni coordinative. Se la rapida risalita della forza (all'inizio dell'area verde n°2) è preceduta da un lieve o moderato calo, ciò indica l'incapacità di generare una contrazione esplosiva da fermo, evidenziando la necessità per il soggetto di effettuare almeno un minimo pre-stiramento.
Dalla fase di volo in poi valgono tutte le considerazioni fatte precedentemente per il CMJ
n° 4 Picco di atterraggio
Area rossa n° 5 Fase di atteraggio e stabilizzazione.
Salto con caduta dall'alto - Drop Jump DJ
Il DJ è una prova in cui il salto è preceduto dalla caduta da un plinto. L'altezza di caduta dipende dalle capacità neuromuscolari possedute ed il suo scopo è quello di valutare le capacità pliometriche e reattive del soggetto che salta.

In questa tipologia di salto, la prima fase (area rossa n°1) è caratterizzata dall'assenza di carico registrato, conseguenza naturale del fatto che il soggetto parte da un rialzo esterno. La registrazione della forza inizia quando, dopo essersi lasciato cadere, avviene il primo contatto con la pedana, dando così avvio alla fase d'impatto (area gialla n°2). A seconda dell'altezza di caduta e delle capacità atletiche del soggetto, in questa fase si possono osservare anche due picchi di forza: il primo legato all'impatto iniziale (atterraggio), il secondo alla successiva spinta (area verde n°3). La presenza di un unico picco ben definito (come mostrato nell'immagine) indica una buona capacità reattiva, che consente di sviluppare la forza in modo continuo tra la fase di ammortizzazione e quella di spinta.
La fase di spinta si conclude progressivamente con la riduzione del carico registrato, fino a raggiungere nuovamente zero, segnando così l'inizio della fase di volo.
Dalla fase di volo in poi valgono tutte le considerazioni fatte precedentemente per il CMJ
n° 5 Picco di atterraggio
Area grigia n°6: Fase di atterraggio e stabilizzazione.
Take Message
Misurare la forza generata durante i salti è uno strumento essenziale non solo per la valutazione atletica, mirata a migliorare le prestazioni e prevenire gli infortuni. L'impiego di queste metodiche nell'allenamento e nella formazione inoltre, supporta allenatori e preparatori nel fornire un feedback immediato e diretto agli atleti, includendo anche aspetti coordinativi e neuromuscolari fondamentali per un corretto apprendimento del gesto atletico.
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